Santo Ivo

SANT’IVO Il Patrono degli Avvocati

SANT’IVO, IL PATRONO DEGLI AVVOCATI

“Sanctus Ivi erat Brito, advocatus sed non latro, res miranda populo”
Santo Ivo

Saint Yves Hélory de Kermartin nacque il 17 ottobre 1252 a Minihy-Treguier, centro della Bretagna, durante il regno di re Luigi IX (il santo) da una famiglia di ceto agiato che poté assicurargli il compimento degli studi.  I suoi genitori, modesti nobili bretoni, all’età di 14 anni lo inviarono all’Università di Parigi inizialmente a studiare lettere, diritto canonico e romano. Continuò i suoi studi ad Orlèans con il precettore Jean de Kerc’hoz che in seguito divenne suo discepolo. Da qui prese inizio la sua carriera di avvocato, esercitata prima a Rennes e poi a Treguier.

Occorrevano, infatti, Giudici ben istruiti nel nuovo diritto e Yves Hélory fu destinato dall’arcidiacono di Rennes ad assumere funzioni di “ufficiale di giustizia ecclesiastica”.

Dal 1280 al 1284 Yves rimase in quella città ove si prese cura di due orfani privandosi di molte necessità per nutrire gli infelici. Destinato dal vescovo di Tréguier ad esercitare l’incarico nella sua terra natale, si mise in viaggio e, durante il cammino, vendette il cavallo avuto in regalo dal prelato e donò ai poveri il denaro ricavatone.

Sant’ Ivo Helory era un sacerdote molto devoto e retto, che svolgeva la sua professione con grande rigore morale tanto da rifiutare sempre le regalie da parte di clienti e conoscenti. Inoltre, si distingueva non solo dagli avvocati ma anche dalla maggior parte delle persone dell’epoca per il suo desiderio di proteggere i diritti anche dei più deboli e dei più poveri e che la giustizia fosse davvero imparziale.

Ciò di cui si viene a conoscenza, attraverso il processo di canonizzazione, sono le trasformazioni e conversioni che operava con i sermoni, le visite delle sue interviste con le persone. Arrivò a predicare cinque volte nello stesso giorno ed in posti diversi.

Era un prete umile e faceva lunghi viaggi per fornire la speranza di Dio alle sottosviluppate genti della campagna bretone. Si spostava sempre a piedi; ma è a cavallo. Nella parrocchia di Tredrez, quando ne era rettore, nutriva tutti gli infelici. Una volta decise di distribuire loro il poco pane che gli restava. Lo tagliò tutto, in modo che ognuno ne ricevesse una fetta uguale, tra lo stupore del vicario che aveva messo da parte un pezzo per lui.

Come avvocato, Yves stupiva tutti per il suo modo d’agire; “Sanctus Ivi erat Brito, advocatus sed non latro, res miranda populo” (Sant’Ivo era Bretone, avvocato ma non ladro, cosa mirabile agli occhi del popolo) questo detto latino attraversato i secoli. Come poteva egli essere avvocati contemporaneamente giudice? Accettava dunque di perorare per i non abbienti senza onorari ed andava pure chiedere agli assistenti di giustizia, notaio cancellieri, di ridurre le loro spese.

Nel 1284 sant’Ivo fece una scelta radicale che cambiò per sempre la sua vita: in quell’anno, infatti, svolse il suo ruolo di presbitero prima nella comunità di Louannec, dove fece erigere a proprie spese un ospedale. Anche il suo ministero si contraddistinse per la grande attenzione verso i deboli poveri, tanto che spesso metteva a loro disposizione le sue competenze giuridiche difendendoli nei tribunali.

Nel 1297 Ivo si dimise dal suo incarico per dedicarsi solo gli indigenti ospitati nel suo castello nel paese natale di Minihy-Treguier dove morì il 19 maggio 1303 e fu sepolto nella chiesa da lui fondata. La sua fama di santità era così grande che la folla si spartì i pezzi delle sue misere vesti per fare delle reliquie e da quel giorno il popolo, il clero, le autorità, i duchi Giovanni III e Carlo di Monfort, il re Filippo di Valois, reclamarono la sua canonizzazione.

La canonizzazione di sant’Ivo avvenne nel giugno 1347, ad opera di papa Clemente VI: l’inchiesta sulla sua santità si era tenuta, sottoSanto Ivo pressione del duca Filippo I di Borgogna, nel 1331, a soli 28 anni dalla sua morte. Furono ascoltati molti dei suoi parrocchiani di Louannec e di Tredrez, che testimoniarono praticamente all’unanimità sulla sua bontà e sulla sua attenzione verso il prossimo, predicate in chiesa e messe in pratica nella vita. In particolare, i suoi sermoni sottolineavano il legame tra religione e buon comportamento.

Ricordato il 19 maggio, il giorno della sua morte, è oggetto di un’imponente commemorazione nella cattedrale di Tréguier a Le Minihy: infatti qui si tiene una processione in onore del santo patrono durante la quale viene portata per le strade della città la reliquia della sua testa. La festa è chiamata “Il Grande perdono di Saint Yves” e vede la partecipazione non solo di vescovi e cardinali, ma anche di un gran numero di avvocati e di magistrati. Per sottolineare il legame tra sant’Ivo e la sua terra la folla di fedeli durante la processione canta inni in lingua brettone. Il santo è popolare anche a Roma, città dove si trovano La Chiesa di sant’Ivo dei Bretoni e la Chiesa di sant’Ivo alla Sapienza, a lui dedicate.

La chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza è, infatti, considerata uno dei più importanti capolavori dell’epoca barocca e dell’architettura in generale. Essa è stata realizzata nel rione Sant’Eustachio a Roma nella seconda metà del XVII secolo dall’architetto Francesco Borromini.

Il santo è raffigurato in molte opere d’arte con la toga di avvocato in atteggiamento di difesa di poveri e vedove imploranti, contro ricchi padroni. Un bellissimo quadro, dipinto intorno alla metà del 1400 dal pittore Roger van der Weyden e visibile presso la National Gallery di Londra, ritrae il Santo con in mano una carta di contenuto legale.

Patrono degli avvocati, dei giudici e dei notai, è il santo più popolare della Bretagna: infatti è il patrono di questa regione della Francia, ma anche della sua città natale e della diocesi di Saint-Brieuc, (una volta Treguier). La città di Minihy-Treguier sorge nel dipartimento di Cotes d’Armor e il suo nome in lingua bretone è Ar Vinic’hi. La denominazione in francese deriva sempre da una parola bretone, minic’hi, che vuol dire luogo di asilo. Le sue origini sono legate al vicino centro urbano di Treguier e nel Medioevo era un territorio con diritti speciali in quanto sottoposto alla giurisdizione episcopale del vescovo di Treguier. La chiesa attuale sorge sulle fondamenta della cappella fatta erigere da Sant’Ivo in memoria della madre defunta.